1000 Miglia - Stradella 2022

La gara di auto storiche passa per l'Oltrepò durante la 4a tappa Parma - Brescia.

18 Giugno 2022
dalle 08:00 alle 18:00

LA STORIA DELLA GARA

La Mille Miglia è una gara riservata ad auto costruite fra il 1927 e il 1957.
Si disputa nell’arco di 3 giorni con partenza da Brescia, arrivo a Roma e ritorno no-stop a Brescia, su strade normali e aperte al traffico.
La Mille Miglia è una competizione automobilistica stradale di granfondo che viene disputata in Italia dal 1927. La corsa nasce nel dicembre del 1926 viene ideata come gara unica, organizzata dal conte Aymo Maggi con l’aiuto di Renzo Castagneto, segretario della sede bresciana del Regio Automobil Club, da Canestrini della Gazzetta dello Sport e finanziata da Franco Mazzotti, in risposta alla mancata assegnazione a Brescia, loro città natale, del Gran Premio d’Italia. Idearono una corsa automobilistica, a forma di “otto” da Brescia a Roma e ritorno, su una distanza di 1600 Km, doveva partire e concludersi, dopo essere passata da Roma, distanza che corrispondeva a 1000 Miglia, nacque così la Coppa delle Mille Miglia.
Il successo fu immediato, bastarono 4 edizioni perché Nuvolari e Guidotti, a bordo della loro Alfa Romeo 6C 1750 GS, sfondassero il muro dei 100 Km/h di velocità media, nella leggendaria edizione del 1930. Dopo un grave incidente del 1938, saltò l’edizione del 1939. Venne, allora, costituito una sorta di circuito tra Brescia, Cremona e Mantova, che ripetuto 9 volte raggiungeva la distanza; nacque così il Gran Premio Brescia delle Mille Miglia.
La guerra decretò il secondo stop alla competizione, che riprese tra mille difficoltà nel 1947: ponti distrutti, strade dissestate, benzina e pneumatici razionati, la produzione di vetture che riprendeva a fatica. Le tre edizioni dal 1947 al 1949 furono difficili da organizzare, quanto incredibili da correre. Le otto edizioni dell’era moderna, dal 1950 al 1957 videro l’affermarsi delle Case ufficiali, provenienti da tutto il mondo e dei piloti professionisti. La manifestazione assunse una tale importanza internazionale che contribuì sensibilmente alla ricostruzione della rete viaria del Paese, nonché allo sviluppo del settore automobilistico, tra i veri motori della ripresa italiana non solo nel primo dopoguerra. Nell’edizione del 1956 Stirling Moss batté il record di velocità media: 157,65 Km/h, ma la corsa era diventata così pericolosa che, dopo la funesta edizione del 1957, vennero abolite le gare di velocità su strada.
A questo punto l’organizzazione creò una formula, praticamente ancora utilizzata per i rally: lunghi tratti di regolarità per raccordare prove di velocità in circuito o in strade di montagna chiuse al traffico. Con questa formula non riscosse successo, vennero svolte solo tre edizioni: 1958, 1959 e 1961. Sono gli anni dell’oblio, solo nel 1968 l’Alfa Romeo, per presentare la nuova vettura battezzata 1750 proprio in onore della mitica auto di Nuvolari del 1930, organizza un tour rievocativo per alcune vetture storiche, seguito dai giornalisti con le nuove 1750. Riprende così nel 1982, inizialmente con cadenza biennale, la rievocazione della Mille Miglia, che diventa una gara di regolarità alla quale possono partecipare solamente vetture che hanno corso nelle edizioni dal 1927 al 1957. Dal 1987 la Mille Miglia si svolge tutti gli anni, richiamando collezionisti, personaggi pubblici da tutto il mondo e non solo legati al settore automobilistico. Ma sono le vetture le vere protagoniste, quelle che hanno scritto la storia della Mille Miglia. La prima edizione del 1927 venne vinta da una O.M. ma sul totale di 24 Mille Miglia disputate, dal 1927 al 1957, l’Alfa Romeo ne vinse quasi la metà: ben 11 volte. A partire dal 1948 Ferrari vinse 8 edizioni, interrotta solo dalla vittoria di Ascari con la Lancia D24 spider nel 1954.
La Mille Miglia richiama migliaia di appassionati da tutto il mondo, soprattutto in occasione delle operazioni di controllo delle auto, che sono condotte nelle vie e nelle piazze storiche. Gli appassionati incontrano i partecipanti (campioni della Formula Uno, personaggi del jet set, attori e sportivi) e scambiano impressioni sul tracciato, sulle aspettative di piazzamento, sui bolidi che attraverseranno l’Italia.
Definita da Enzo Ferrari “la corsa più bella del mondo“, anche nel 2022 la Mille Miglia si appresta a regalare ricche emozioni, in un trionfo di colori e allegria davvero unico!

 

'Mille Miglia' qualcosa di non definito, di fuori dal naturale, che ricorda le vecchie fiabe che da ragazzi ascoltavamo avidamente, storie di fate, di maghi dagli stivali, di orizzonti sconfinati. Mille Miglia: suggestiva frase che indica oggi il progresso dei mezzi e l’audacia degli uomini. Corsa pazza, estenuante, senza soste, per campagne e città, sui monti e in riva al mare, di giorno e di notte. Nastri stradali che si snodano sotto le rombanti macchine, occhi che non si chiudono nel sonno, volti che non tremano, piloti dai nervi d’acciaio.”
Così scriveva Giuseppe Tonelli, su La Stampa il 27 marzo 1927 (tratto da: 100 macchine si lanciano da Brescia per le “Mille Miglia”)
 


MAPPA DEL PERCORSO

 

 

I dettagli della Mille Miglia 2022

Tappa 1 - Mercoledì 15 Giugno

Dopo la partenza da Brescia le auto si dirigeranno verso il Lago di Garda, prima Salò poi Desenzano del Garda e Sirmione da dove sfileranno attraversando il Parco Giardino Sigurtà, Mantova e Ferrara e raggiungere Cervia-Milano Marittima per la fine della prima giornata.

Tappa 2 - Giovedì 16 Giugno

Dalla località sulla costa di fine tappa 1, il percorso prevede una deviazione verso Forlì, la salita verso San Marino, la discesa verso l’interno fino a Passignano sul Trasimeno, il passaggio a Norcia per concludere la tappa con la passerella romana di Via Veneto.

Tappa 3 - Venerdì 17 Giugno

La tappa più lunga della Corsa, dopo la partenza da Roma vedrà le vetture risalire verso Ronciglione, poi Siena da dove, via Pontedera e Cascina, si viaggerà in direzione Viareggio e raggiungere Parma e decretare chiusa la terza giornata.

Tappa 4 - Sabato 18 Giugno: La Mille Miglia arriva in Provincia di Pavia

L’ultima giornata impegnerà subito le vetture con una serie di prove nel circuito di Varano de’ Melegari, per transitare poi da Salsomaggiore Terme a Castel San Giovanni (PC) per arrivare nella provincia di Pavia.
La 4° Tappa della MILLE MIGLIA 2022 passerà quindi nell’Oltrepò Pavese e nella Provincia di Pavia. Si tratta di un percorso di 30 Km che attraversa differenti Comuni: in ordine di percorso troviamo Bosnasco, comune noto fin dal XII secolo, quando era conteso tra Piacenza e Pavia, che da poco aveva avuto, per diploma imperiale, il dominio sull'Oltrepò Pavese; per arbitrato il luogo fu dato a Pavia. Caduto sotto la supremazia dei Beccaria, divenne parte del feudo Arena Po, appartenente al ramo della famiglia che da Arena prendeva nome. Questo, per contrasto con i Visconti all'inizio del XV secolo, si vide confiscare il centro maggiore, ma poté conservare Bosnasco fino all'estinzione nel 1695. Bosnasco passò in eredità ai Busca, e successivamente ai Bellisomi e ai Corsi di Nizza, poco prima della fine del feudalesimo (1797). L’attuale sindaco di Bosnasco, Dott. Flavio Vercesi, vanta ben 11 partecipazioni alla Mille Miglia. Dal comune di Bosnasco, percorrendo la SP10, si prosegue verso Stradella, un antico borgo ai piedi delle colline dell'Oltrepò Pavese, che diventerà “Controllo orario di Tappa
In posizione isolata in cima al colle, si trova la Rocca di Montalino, attualmente adibita a residenza privata. Fra i vigneti di un dolce paesaggio collinare, troviamo la Basilica di San Marcello in Montalino. Edificata in stile romanico lombardo nel XII secolo in cotto e arenaria, presenta una facciata a capanna con due monofore laterali e un interno a tre navate sorretto da colonne con capitelli figurati e affreschi trecenteschi. A partire dal 1893 la chiesa è Monumento Nazionale e rappresenta uno dei più antichi edifici sacri ancora oggi presenti nell'Oltrepò Pavese. Verso la fine del 1200 Stradella fu teatro di scontri tra Piacentini e Pavesi, subendo saccheggiamenti e incendi; per questa ragione il Vescovo Guido di Langosco fece costruire a sua difesa le grandi mura di mattoni entro le quali venne eretta dai Visconti la Rocca inferiore, successivamente abbattuta per aprire la piazza del mercato, l'attuale piazza Vittorio Veneto. Da quel momento iniziò il commercio di prodotti agricoli, tra cui il vino e i tessuti filati e tinti nel borgo stesso. Sulla piazza, si conserva ancora il maestoso simbolo di Stradella, la Torre civica, unica testimonianza diretta dell'antica città forte. Interessanti da visitare sono i musei di Stradella: il Museo della Fisarmonica, intitolato a Mariano Dallapè, che nel 1876 impiantò a Stradella il suo primo laboratorio per la costruzione delle fisarmoniche e il Museo Naturalistico con le sue sezioni di botanica, ecologia, ambiente, ma soprattutto, geologia e paleontologia con reperti della zona. Dal Comune di Stradella si percorre la SP10 per arrivare a località Frazione Beria, Canneto Pavese, comune che si erge in uno dei punti più panoramici della zona, ed è diviso in minuscole frazioni adagiate sulle vette dei piccoli poggi arrotondati tra la riva sinistra del torrente Versa e il crinale del pendio sulla riva destra del torrente Scuropasso. Il territorio dell'attuale comune di Canneto Pavese comprende numerosi centri che ebbero in passato l'autonomia comunale e spesso una storia non oscura: Canneto, Beria, Vigalone, Monteveneroso e soprattutto Montù de' Gabbi. Durante gli anni 20' il castello di Montù dei Gabbi, proprietà dei Rota Candiani, che dominava l'abitato di Montù, fu venduto ad altri, e quasi completamente demolito. L’economia è prevalente è agricola, con tradizioni fortemente radicate nel settore vitivinicolo con la produzione di uve e vini di eccellente qualità.
La corsa prosegue per la SP207 arrivando a Montescano, comune che, già nel 1164, è citato nel diploma imperiale con cui gran parte dell'Oltrepò passa sotto il dominio pavese: pertanto doveva già essere un luogo di una certa importanza. Fu compreso nel feudo di Broni, venendo, poi, separato da questo feudo e passando ai Borromeo nel XVI secolo e ai Pallavicino Trivuzio nel XVIII secolo. Il comune di Montescano è noto per un importante centro medico di cura e riabilitazione. La corsa si dirige verso il Comune di Castana. Il nome Castana trae origine dai castagneti che probabilmente caratterizzavano le colline circostanti. Noto nell'antichità come castrum castanae, letteralmente centro (fortificato) delle castagne, Castana, nella carta della regione compilata dallo storico ottocentesco Severino Capsoni, era già citato in epoca romana come ad Castanem. Al centro dell'abitato si trovano i resti del castello di origine medioevale che, edificato su un'altura in posizione dominante sulla valle, fece di Castana un importante nucleo strategico. Costruito probabilmente dai monaci pavesi di S. Bartolomeo in Strada, il borgo fu protagonista di alterne vicende nel corso dei secoli. Il castello, oggi di proprietà privata, è stato completamente ristrutturato e restaurato tra il 2004 e il 2006, e non è visitabile. Si prosegue per le colline dell’Oltrepò Pavese, passando dalla frazione Bosco Casella e dalla Frazione di Scorzoletta-Molino, comune di Pietra de' Giorgi, per arrivare al Comune di Cigognola situato su un colle dominante con lo sbocco in pianura nella Valle Scuropasso, percorsa dell'omonimo torrente. Cigognola è citato nel diploma federiciano del 1164, con cui il territorio dell'Oltrepò settentrionale e centrale venne posto sotto la giurisdizione di Pavia. Da questo si deduce che doveva essere una località fortificata sotto un proprio signore locale (dominus loci). Il territorio si sviluppa nel cuore verde dell'Oltrepò Pavese, in parte arroccato su una collina, in parte esteso lungo la vallata. Il centro principale del Paese gode di un panorama di insolita bellezza. Oltre agli affascinanti itinerari naturalistici, tre sono i suoi simboli più caratteristici ed emblematici: il Viale delle Rimembranze, il Castello e la Chiesa Parrocchiale di San Bernardo Abate. Il Parco delle Rimembranze è un simbolo di Cigognola, punto panoramico di straordinaria bellezza. Ippocastani secolari e cedri del Libano guidano i visitatori lungo un piacevole percorso: dal Parco lo sguardo spazia sulle valli fino a perdersi nell'orizzonte e scorgere, nelle limpide giornate primaverili, le Alpi e le vetta del Monte Rosa. La cima del colle è ornata da uno scenografico castello duecentesco che domina l'abitato, la cui edificazione risale all'inizio del Duecento. Sotto Napoleone il bene venne comprato dai Gazzaniga, da questi agli Arnaboldi Gazzaniga, quindi ai Brichetto-Arnaboldi. Il Castello, sicuramente uno dei più suggestivi della zona, posto a guardia della Via Emilia, ha sempre mantenuto la sua funzione difensiva per oltre sette secoli. Dal 1982, anno in cui divenne “dimora di campagna” della famiglia Moratti, il Castello è animato da una nuova vitalità, grazie a un progetto che ha iniziato a prendere forma negli anni '90. Grazie a questo importante percorso, gli attuali proprietari hanno voluto la fusione, in un rapporto quasi simbiotico, del castello con i vigneti, che si estendono su 30 ettari per lo più coltivati a vitigno Barbera. Il fine è stato quello di recuperare le tradizioni enologiche del passato, con la raccolta manuale delle uve, per reinterpretarle in chiave moderna e produrre un eccellente vino dalla ricetta ferrea: fermentazioni controllate, affinamento nelle barrique di rovere di Tronçais, le più preziose, ottenendo svariate positive recensioni. La 1000 Miglia prosegue verso Broni, comune che si trova ai piedi delle colline dell'Oltrepò Pavese, sulla ex statale Padana Inferiore. Qui a Broni troviamo Terre d’Oltrepò, la più importante realtà vitivinicola di tutto l’Oltrepò Pavese e dell’Italia Nord-Occidentale, una zona collinare i cui fianchi sono fittamente solcati da filari di viti, disposti secondo le curve di livello o secondo la massima pendenza, come ricami damascati su preziosa stoffa. In quest’area, che ha la forma di un grappolo, il clima è asciutto d’inverno e dolce d’estate e il terreno è particolarmente vocato alla coltivazione della vite. Questo territorio estremamente vario – che sfuma dalla montagna alle fertili colline sino ad affacciarsi sulla pianura – deve la propria fama alla produzione enologica. La corsa prosegue per la SS617, passando tra i Comuni di Campospinoso, Albaredo Arnaboldi e Mezzanino. Quest’ultimo si dice che sorse probabilmente su un'isoletta del Po (questo è infatti il significato del toponimo mezzana assai diffuso lungo il fiume). Nel XVII Secolo certamente era già nell'Oltrepò, ma in precedenza si trovava a nord del fiume, e fino a tutto il XVIII Secolo era amministrativamente unito al Siccomario. Le prime citazioni di Mezzanino sono datate dal XV secolo e, dopo la costruzione del Ponte della Becca, si è sviluppato il nuovo centro di Tornello. Dal Comune di Mezzanino, la corsa attraversa il Ponte della Becca, ponte che collega l’Oltrepò Pavese alla città di Pavia, costruito tra il 1910 e il 1912 sulla confluenza tra i fiumi Ticino e Po. Parzialmente distrutto dai bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale nel 1944, fu ripristinato nelle parti danneggiate e riaperto al traffico nel 1950. La corsa, all’uscita del Ponte della Becca prosegue per la SS617, arrivando cosi alla città di Pavia, capoluogo di una provincia dedita soprattutto all’agricoltura, in particolare a viticoltura, risicoltura e cerealicoltura. Ricordiamo che a Pavia ha sede la famosa azienda Riso Scotti, fondata dal Cav. Angelo Scotti che partecipò a ben 5 edizioni della Mille Miglia, passione che prosegue ancora oggi in famiglia. Pavia è sita lungo la Via Francigena e sulle rive del fiume Ticino, poco a nord dalla confluenza di quest'ultimo nel Po. La città affonda le sue origini all'epoca delle tribù galliche; successivamente divenne municipium romano con il nome di ticinum. Nel Medioevo fu (insieme a Ravenna e Verona) una delle sedi regie del regno Ostrogoto. Fu capitale per due secoli del Regno Longobardo e poi, dal 774 al 1024, capitale del Regno Italico, mentre dal 1365 al 1413 ospitò la corte viscontea e dal 1361 è sede di un'università. Le origini antiche e un passato storico di rilievo hanno lasciato in eredità a Pavia un ragguardevole patrimonio artistico: fra le principali attrazioni turistiche della città, annoverata tra le città d’arte della pianura padana, si possono ricordare il Castello Visconteo, la Basilica di san Pietro in Ciel d’Oro, i Musei Civici, la Pinacoteca Malaspina, il Duomo, la Basilica di San Michele Maggiore e il Ponte coperto. La città è inserita nel Parco del Ticino e all'interno dei confini comunali si trovano alcuni boschi (bosco Negri e bosco Grande) testimoni della grande foresta planiziale che un tempo ricopriva la Pianura Padana. Dopo avere attraversato Pavia la 1000 Miglia prosegue lungo la strada dei Giovi, SS35, passa davanti alla Certosa di Pavia, conosciuta per il complesso monumentale storico che comprende un monastero e un santuario, percorre la SP25, toccando il Comune di Zeccone, per arrivare a Siziano, ultimo comune della provincia di Pavia coinvolto dal passaggio dell’evento. Siziano si trova nel Pavese nordorientale, al confine con la città metropolitana di Milano, nella pianura alla destra del Lambro meridionale. Il Comune di Siziano, oggi, è uno dei maggiori centri del Pavese, ha origini romane: le attestazioni medievali del nome (Septezanum, Seteciano) permettono di risalire all'etimo *SEPTICIANUS, "proprietà fondiaria (-ANUS) di Septicio": quest'ultimo nome è un gentilizio romano testimoniato da un certo numero di iscrizioni funerarie rinvenute in area padana. Nel corso del basso Medioevo, Siziano, sottoposta al dominio milanese ma collocata sul confine tra le terre di Milano e quelle di Pavia, si trovò al centro di sanguinose contese politico-militari. A scopi difensivi i milanesi vi eressero una fortezza della quale ancor oggi sono visibili, in parte, le imponenti mura nel centro del paese. Citato in documenti duecenteschi con l'appellativo di burgus (centro abitato di modeste dimensioni ma dotato di fortificazione), Siziano e il suo castello persero d'importanza nel momento in cui, con la conquista di Pavia da parte dei Visconti, venne meno la necessità di presidiare il confine tra Pavia e Milano. Fu donato in beneficio feudale dagli Sforza alla famiglia dei Biraghi (fine del XV secolo). Nel comune di Siziano, a testimonianza della sua storia, si trovano diverse Architetture religiose: la Chiesa sconsacrata di via Sant'Anna, tra le più antiche chiese, attualmente sconsacrata, divenuta poi un negozio, è ora sede di un museo. È possibile ammirare il campanile da via Cantalupo. L'antica chiesa è soprannominata La Chiesetta; la Chiesa di San Francesco che fu eretta negli anni sessanta, facilmente individuabile da lontano per il suo originale campanile; la Chiesa di San Bartolomeo; Chiesa di Santa Maria Assunta; la Chiesetta di Casatico, in stile rinascimentale; il Broletto, il Palazzo del Comune, questa struttura venne pensata per ospitare al primo piano gli impiegati comunali. Dal Comune di Siziano, si prosegue per raggiungere l’Autodromo di Monza dove, in collaborazione con MIMO Milano Monza Motor, gli equipaggi metteranno alla prova la loro abilità con i cronometri e pressostati sulla pista che celebra il centenario del GP di Formula 1, per poi recarsi all’arrivo finale nella città di Brescia.